Un omaggio al grande coreografo egiziano, un'occasione per vedere alcune delle sue più belle coreografie danzate eccezionalmente con la musica dal vivo.

Dagli anni '60 in poi non si può più parlare di danza in Egitto senza citare Mahmoud Reda e senza considerare il forte impatto che la Reda Troupe ha avuto dal punto di vista artistico, culturale e sociale. L'ambizione del grande Maestro era quella di presentare un nuovo genere di danza che attingesse al folklore, trovasse il suo spazio sul palcoscenico e fosse condivisa da tutti gli egiziani. Nel suo passaggio da ginnasta olimpico a coreografo, Reda ha accostato alle sue idee creative una costante ricerca in quel mondo tradizionale in cui voleva porre le radici delle sue creazioni...

Mahmoud Reda, oggi più che ottantenne, ha viaggiato ed insegnato in tutto il mondo fino a pochi anni fa; il suo talento e la sua personalità, che ancora conquistano chi lo incontra, sono stati gli strumenti per la creazione di quel repertorio coreografico che rimane fonte di ispirazione imprescindibile per chiunque si occupi di danza egiziana.

Il Mediterraneo così vario e così uno, come dice Braudel, diventa in ALATIEL un mare racchiuso che definisce uno spazio, il luogo di un incontro, uno spazio-movimento, uno spazio scenico nel quale si invitano gli astanti a mettersi a sedere, perdere tempo, incuriosirsi, ascoltare e guardare.
La danza, magistralmente accompagnata dalla musica dal vivo, sboccia dai suoni caldi dei fiati e l'intrigante logorio delle corde, si muove su ritmi audaci, dispari e complessi, immagina l'Oriente. Il mare di Alatiel è l'Immaginario e come nella novella del Boccaccio Alatiel naufraga... le frontiere permeabili del Mediterraneo diventano la condizione comune e feconda per le creazioni coreografiche che spaziano dalle cime innevate della Cappadocia alle pailette dei cabaret del Cairo.